Il gruppo si ritrovò dinanzi a un muro nebbioso che
impedì loro di proseguire oltre. <<Non
ci voleva!>> borbottò Dereth esausto accasciandosi al suolo. Anche
gli altri si unirono allo spadaccino, poiché la battaglia nelle caverne aveva
minato la loro resistenza. <<Accampiamoci
il tempo necessario a rimetterci in sesto. In queste condizioni saremmo alla
mercé di chiunque>> spiegò il Novizio accumulando nel mentre del legno in un
unico punto. In pochi istanti accese il fuoco e tutti si strinsero attorno a
questo per ritemprarsi dalle fatiche passate. Xera, raggomitolata su stessa,
stringeva a sé quel che restava dei suoi abiti, fino a che Reilhan non le porse
la sua casacca d’emergenza. <<Non è
niente di speciale, ma almeno sarai coperta>> le bisbigliò all'orecchio.
La guerriera la indossò in fretta, temendo che il suo marchio potesse essere
scoperto da Dereth. Sul minuto corpo quella casacca le calzava come fosse una
veste, che la guerriera fermò con la cintola di Rhinvel. <<Che eleganza>> ironizzò lo
spadaccino fissandola da capo a piedi. Xera alzò gli occhi al cielo e infine tornò a
sedersi vicino al fuoco. Dereth tuttavia non abbassò lo sguardo, attirando così
l’attenzione del Novizio, <<Si può
sapere perché i tuoi capelli sono ricoperti di fango?>>, la guerriera
trasalì. Aveva dimenticato che durante la prigionia tra le rocce, il suo corpo
aveva iniziato a mutare.
<<Era buio
e sono inciampata>> motivò cercando di cambiar subito argomento.
<<Ho visto una pozza d’acqua, perché
non ti dai una ripulita?>> insistette lo spadaccino, mettendo la
guerriera in difficoltà. <<Non è
sicuro interagire con le fonti d’acqua presenti in questo luogo>>
intervenne Reilhan, <<Tu stesso ci
hai spiegato che ogni cosa qui risente del potere di Lodo. Inoltre dovremmo
discutere di cose più importanti>> aggiunse chiudendo il discorso. <<D’accordo, non c’è bisogno di scaldarsi
tanto>> lamentò Dereth e sdraiato sulla schiena, chiuse gli occhi e
si addormentò. Elesya lo aveva anticipato di qualche minuto, accasciata sulle
gambe dell’amica che le accarezzava il capo. Reilhan si accostò a Xera e dolcemente
le prese la mano ferita. <<Non
posso risanare questi tagli con la mia magia>> si giustificò
rammaricato, poi afferrate delle bende dalla bisaccia, fasciò l’arto medicato
con alcune erbe. <<Come hai potuto
impugnare la spada se ti era ostile?>> le chiese quasi irritato,
<<Il veleno che hai in corpo muta
la natura della magia, nel tuo caso ti si è rivolta contro>> ipotizzò
fissando la danza delle fiamme. <<Non
credo che la reazione di Rhinvel fosse dovuta al veleno!>> esclamò la
ragazza e Reilhan aggrottò le sopracciglia <<Cosa te lo fa pensare?>>, <<Rhinvel è una spada potente ed io non sono ancora in grado di
controllare il suo potere, temo che Dereth avesse ragione>> Xera
sospirò.
<<Una volta Elesya mi ha
detto che la magia richiede sempre dei sacrifici, penso perciò che il prezzo
della mia incapacità sia l’essere trafitta dai rovi di Rhinvel. Se sopportare
il dolore però, mi consente di proteggere le persone che amo, mi sta bene così.
Sono certa che un giorno la mia spada mi riconoscerà come sua legittima
padrona>>. Il Novizio non poté distogliere lo sguardo dall'esile figura seduta accanto a lui. Rifletté su quanto fosse cambiata in quel lasso di
tempo e di come, nonostante le difficoltà affrontate, la sua amica continuasse
ad essere fiduciosa. Benché ne avesse di strada da percorrere prima di potersi
chiamare guerriera, Reilhan riconobbe in lei lo spirito giusto che l’avrebbe
condotta lontano e forse proprio a causa di tale consapevolezza, il timore di
essere lasciato indietro lo attanagliò.
Trascorsero alcune ore e dopo aver
riposato, l’umore del gruppo incominciò a migliorare. Reilhan risanò le ferite dei
suoi compagni, a eccezione di Xera che invece si limitò a riposare più a lungo.
Non si era ancora ridestata quando Dereth decise di riprendere il cammino.
<<Ehi tu! Per quanto intendi
dormire?>> domandò alzando la voce ma Xera non si svegliò. Reilhan
lo fulminò con lo sguardo e infine la scosse con gentilezza per destarla dal
sonno ristoratore. La situazione tuttavia non migliorò. Elesya allora frugò
nella bisaccia e ne estrasse una piccola ampolla di vetro nella quale vi era
una strana mistura di erbe. Si accostò alla sua amica assopita e alzandole il
capo, le fece respirare l’aroma acre della soluzione.
Ci vollero alcuni minuti
prima che la guerriera, nauseata, iniziasse a tossire. <<Era svenuta, Rei il veleno è di nuovo in
circolo!>> mormorò la giovane maga. <<Se non sarà purificata al più presto, potrebbe non risvegliarsi più la
prossima volta>> intervenne Dereth interrompendo Elesya. Reilhan non
sapeva cosa fare, da una parte c’era la sua amica in pericolo di vita, dall’altra
la missione in corso. <<Dovremmo
tornare indietro>> affermò infine. <<Xera non è in grado di proseguire>> spiegò ma la guerriera
scosse il capo <<Siamo quasi
arrivati, non ha senso abbandonare l’incarico. Io ce la faccio>> disse
cercando di alzarsi in piedi, le gambe però cedettero e subito fu sul punto di
cadere. Fu Dereth ad afferrarla in tempo <<Lo sapevo che mi saresti stata d’intralcio>> la ammonì
piegandosi sulle ginocchia <<Forza sali!
Ti trasporterò io per il resto del viaggio>> asserì per poi prenderla
sulle spalle. Reilhan s'ingelosì <<Sarò io a trasportarla, tieni giù le mani>> lo minacciò.
<<Scordatelo! Tu hai il compito di
guidarci nella nebbia. Non puoi seguire la mappa e pensare a lei allo stesso
tempo. Finiremmo col perderci>>. Reilhan volle controbattere ma Xera
lo fermò. <<Non ti preoccupare per
me Rei. Sei l’unico che può condurci fino alla dimora di Lodo, sei il nostro
Novizio dopotutto>>. Il curatore, seppur controvoglia, osservò la
mappa sulla quale si era materializzata tutta la strada percorsa sino a quel
momento e non solo. Accanto, infatti, vi era una chiara
rappresentazione in scala delle paludi oltre il muro di nebbia. E proprio al
centro di queste, un’indefinita macchia scura attirò la sua attenzione.
<<La vedo!>> esclamò
sbarrando gli occhi. <<La dimora di
Lodo … l’ho trovata!>>.
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