Reilhan percorse la stretta fessura tra una caverna e
l’altra, facendo attenzione a non spegnere la candida fiamma. Sebbene non
producesse molta luce, gli servì a non perdere l’equilibrio a causa delle crepe
presenti sulla superficie rocciosa. Giunto infine in prossimità dell’antro adiacente,
evocò il nome della guerriera a gran voce, sperando che alla fine
qualcuno gli rispondesse. Quando però vide che i suoi tentativi si rivelarono
inutili, pensò di spingersi ancora più in la domandandosi tuttavia, come mai l’amica
fosse stata sbalzata così lontano. <<Non
mi meraviglierei se, grazie al suo pessimo senso dell’orientamento, si fosse
persa!>> pensò ad alta voce. Fu in quel momento che un suono attirò
la sua attenzione. Non era il solito eco che lo aveva accompagnato ad ogni
passo, né tanto meno il rumore del vento che si faceva largo tra le rocce.
Reilhan chiuse gli occhi e senza muovere un muscolo, prese ad ascoltare in
silenzio. Più passava il tempo e più quel suono s’intensificava, perché pur non
rendendosene conto, il curatore aveva iniziato a muoversi nella medesima direzione.
Nel momento in cui comprese che il rumore non era altro che il respiro
affannoso di una persona, il Novizio riaprì gli occhi scorgendo, grazie alla
fiamma, la presenza di qualcuno. I lunghi capelli a tratti canuti e a tratti
scuri erano sparsi sul terreno, mescolandosi con il fango presente che li aveva
imbrattati.
Poiché quella che ipotizzò essere una fanciulla se ne stava di
schiena, Reilhan si presentò per non coglierla alla sprovvista, <<Ciao, io sono Reilhan. Non voglio
spaventarti ma solo sapere se sei ferita>> le disse quasi
bisbigliando. Il respiro si spezzò di colpo e il silenzio calò. La risposta giunse dopo alcuni minuti, <<Vattene!>>
gli intimò la ragazza facendo sussultare il cuore del Novizio. La sua voce,
infatti, l’avrebbe riconosciuta persino nel mezzo di una folla assordante.
<<Xera!>> esclamò
facendo qualche passo verso di lei. <<Non ti muovere!>> urlò la ragazza. <<Che ti prende sai per quanto tempo ti ho
cercato? Si può sapere perché ti sei allontanata?>> le domandò alzando la
fiammella. Un'espressione di terrore si manifestò sul suo volto quando la guerriera girò il capo. Il suo viso
roseo era pallido e con profonde occhiaie, sintomo di forte sofferenza. I suoi
occhi invece erano sempre gli stessi, ma il verde brillante si stava man mano
spegnendo. I capelli scarlatti che durante una battaglia erano stati recisi, si
erano misteriosamente allungati cambiando per giunta di colore e furono
proprio quelle ciocche bianche a far rabbrividire il ragazzo. Reilhan portò una
mano al petto, sul quale la vecchia cicatrice aveva iniziato
a pulsare. <<Xera … tu lo puoi
controllare>> riuscì soltanto a proferire pur con scarsa convinzione.
<<Non ci riesco … il veleno
annebbia i miei pensieri. Vattene, ti prego>> mormorò la guerriera
respirando a fatica.
<<Non me ne
vado. Solo io sono in grado di invertire il processo, se dovessi perdere il
controllo>> Reilhan avanzò ancora qualche passo, s’inginocchiò e
infine le sfiorò il braccio. Xera però si sottrasse alla carezza respingendolo
violentemente. <<Tu non puoi fare
proprio un bel niente. A causa del veleno il tuo potere su di me non funziona.
Adesso vattene ... se non vuoi morire>> urlò battendo i pugni sulla roccia
dinanzi a lei. Una piccola crepa si generò sotto il suo palmo e pian piano andò diramandosi a causa della fragilità dello strato roccioso. In pochi
istanti la parete incominciò a sgretolarsi, facendo cadere una pioggia di massi sulle loro teste. Reilhan tuttavia fu abbastanza abile da spostare la
ragazza in tempo, conducendola lontano dalla frana. Quando la caverna smise
di tremare, il Novizio allentò la presa delle sue braccia attorno al corpo di
Xera. <<Stai bene?>>
asserì evocando di nuovo la fiamma. La guerriera non rispose, ma si raggomitolò ancor di più sul petto dell’amico continuando a
tremare. Reilhan, stupito, fissò il capo della fanciulla. Era la prima volta che la ragazza si mostrava tanto fragile, creando
così una sorta di breccia nella sua lucente corazza. La strinse a sé con
vigore, desiderando in cuor suo di proteggerla dal male che si stava
manifestando. Il calore del suo corpo riuscì lentamente a scaldarla e il respiro affannoso cessò. Reilhan le accarezzò i capelli con delicatezza e
infine le baciò il capo per infonderle tranquillità. Xera si addormentò e
ritrovata la calma, il processo di mutazione parve bloccarsi. Solo dopo un’ora
la fanciulla riaprì gli occhi. La piccola mano stringeva la camicia del Novizio
talmente forte da essersi indolenzita. La distaccò piano perché le doleva e
allo stesso modo il capo, che le parve pesare come un macigno.
Il battito rassicurante del cuore di Reilhan la rinvigorì. Poi alzato lo sguardo, incrociò il viso del curatore anche lui
assopito profondamente. Era stanco e ferito, tuttavia la teneva stretta
determinato a proteggerla. Xera arrossì pur non comprendendone il motivo e
approfittando della situazione, allungò il braccio per sfiorargli la guancia ma lo ritrasse in fretta, poiché il ragazzo si svegliò. <<Stai bene?>> le chiese e la
fanciulla annuì distogliendo lo sguardo. <<Allora cerca di non distruggere altre pareti … testa calda! Per oggi
hai già fatto abbastanza>> la punzecchiò sorridendo. Reilhan tornò
subito serio nel momento in cui si rese conto che una delle ciocche era ancora
bianca. <<Non perdere la
calma, temo che non sia finita>> le spiegò facendo scorrere i
lunghi capelli tra le dita e fu allora che una richiesta della ragazza lo
lasciò di stucco.
<<Tagliali!>>
esclamò decisa. <<Tagliami i
capelli con Rhinvel, non voglio che Dereth scopra il mio segreto. Per favore …>>
lo pregò porgendogli la lama scarlatta. Reilhan acconsentì e, una ad una,
accorciò le lunghe ciocche vermiglio che si confusero con il fango. E proprio
con quest’ultimo, sporcò la porzione di capelli che ancora manifestava gli
effetti della mutazione. <<è solo
un palliativo, ma confonderà quell’idiota quanto basta per non fare
domande>> disse ripulendosi le mani sul retro dei pantaloni. I due
ragazzi presto si rialzarono ma gli effetti del veleno impedirono a Xera di reggersi
in piedi. Reilhan allora avvolse il braccio attorno ai sinuosi fianchi della guerriera,
facendo si che potesse camminare sorretta dal suo corpo.
<<Non è necessario>> lamentò la fanciulla cercando di resistere alla presa, Reilhan però la redarguì ricordandole che il loro obiettivo era di raggiungere in fretta il resto del gruppo. <<Ci basterà seguire la cat …>> Reilhan s’interruppe bruscamente. <<Che succede?>> domandò Xera incuriosita dall’improvviso silenzio. Il curatore non rispose e si limitò a sfiorare i pochi anelli restanti della catena dorata che Vheles aveva fissato alla sua cintola. <<Si è spezzata!>> affermò. Evocata la fiamma, la spostò in ogni direzione e di nuovo rabbrividì. <<Siamo intrappolati; la frana ha bloccato ogni via di fuga>>, Xera si separò dalla presa del Novizio e raggiunse la parete a lei più vicina, infine concentrando la sua forza nella mano, la percosse con vigore. Un lamento le sfuggì e la costrinse a inginocchiarsi poiché incapace di sopportarlo. <<Che cosa credevi di fare?>> la rimproverò l’amico dopo averla raggiunta, <<Volevo aprire un varco ma … >> Xera abbassò lo sguardo sul polso slogato. Reilhan le sfiorò la mano con dolcezza ma subito la ritrasse terrorizzato. <<Non … non posso usare i miei poteri su di te>> mormorò, <<Non ti preoccupare>> lo rassicurò lei, <<Non fa poi così male>> aggiunse muovendo l’arto. Aveva mentito e l’espressione contrita ne fu la prova. <<Cerca di non ferirti, io non posso aiutarti fin quando non avrai smaltito il veleno>> le spiegò fasciandole il polso con un lembo della sua camicia, dopo averlo fermato con una spessa radice strappata dalle rocce. <<Rei>> bisbigliò all’improvviso, <<Dimmi>>, <<Non ti senti spossato?>>. Reilhan aggrottò le sopracciglia, poi però si accorse che la ragazza aveva ragione. <<è come se facessi fatica a respirare>> asserì grattandosi il pizzetto. <<Rei!>> ripeté la ragazza sconvolta, <<L’aria … non c’è più aria!>>.
<<Non è necessario>> lamentò la fanciulla cercando di resistere alla presa, Reilhan però la redarguì ricordandole che il loro obiettivo era di raggiungere in fretta il resto del gruppo. <<Ci basterà seguire la cat …>> Reilhan s’interruppe bruscamente. <<Che succede?>> domandò Xera incuriosita dall’improvviso silenzio. Il curatore non rispose e si limitò a sfiorare i pochi anelli restanti della catena dorata che Vheles aveva fissato alla sua cintola. <<Si è spezzata!>> affermò. Evocata la fiamma, la spostò in ogni direzione e di nuovo rabbrividì. <<Siamo intrappolati; la frana ha bloccato ogni via di fuga>>, Xera si separò dalla presa del Novizio e raggiunse la parete a lei più vicina, infine concentrando la sua forza nella mano, la percosse con vigore. Un lamento le sfuggì e la costrinse a inginocchiarsi poiché incapace di sopportarlo. <<Che cosa credevi di fare?>> la rimproverò l’amico dopo averla raggiunta, <<Volevo aprire un varco ma … >> Xera abbassò lo sguardo sul polso slogato. Reilhan le sfiorò la mano con dolcezza ma subito la ritrasse terrorizzato. <<Non … non posso usare i miei poteri su di te>> mormorò, <<Non ti preoccupare>> lo rassicurò lei, <<Non fa poi così male>> aggiunse muovendo l’arto. Aveva mentito e l’espressione contrita ne fu la prova. <<Cerca di non ferirti, io non posso aiutarti fin quando non avrai smaltito il veleno>> le spiegò fasciandole il polso con un lembo della sua camicia, dopo averlo fermato con una spessa radice strappata dalle rocce. <<Rei>> bisbigliò all’improvviso, <<Dimmi>>, <<Non ti senti spossato?>>. Reilhan aggrottò le sopracciglia, poi però si accorse che la ragazza aveva ragione. <<è come se facessi fatica a respirare>> asserì grattandosi il pizzetto. <<Rei!>> ripeté la ragazza sconvolta, <<L’aria … non c’è più aria!>>.
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