Mentre Reilhan si
occupò di medicare le ferite, Xera spense le fiamme che Rhinvel aveva
appiccato. Trascorse circa un’ora e alla fine dell’operazione la guerriera si
ritrovò con gli abiti nero pece. Dereth si accostò a lei osservandola
attentamente <<Cosa c’è?>>
lamentò la guerriera, <<Niente in
particolare, ripensavo a quanto ho assistito poco fa>>. Lo spadaccino
incrociò le braccia e aggrottò le sopracciglia, <<Non dovresti usare quella spada se non riesci a controllarla a
dovere>>. Xera ne fu sorpresa <<Non capisco di …>> ma Dereth la interruppe << È stato un colpo di fortuna non è vero? Non
sapevi quale sarebbe stata l’entità dell’attacco prima di utilizzare la lama>>
lo spadaccino insistette lanciandole sguardi accusatori ma Xera negò decisa.
<<Se mi stai accusando di qualcosa,
sii più chiaro. Bada bene però, a non confondere il sospetto con l’invidia>>
lo provocò, fu allora che intervenne il Novizio. <<Restiamo calmi, l’attacco ci ha reso nervosi, tuttavia la
nostra priorità in questo momento è quella di ritrovare la strada, se non
ve ne foste accorti … ci siamo persi>>. Dereth si allontanò dalla
guerriera senza rivolgerle la parola e Xera fu ben lieta di condividere il
medesimo sentimento. <<Quello
stupido … come osa. Non metterei mai in pericolo i miei amici>> borbottò
furente, <<Non ti conosce, tutto
qua …>> Reilhan sembrava pensieroso e la guerriera se ne accorse.
<<Che hai? Non è da te lasciare un
discorso in sospeso>> obiettò la ragazza e Reilhan si lasciò sfuggire un sospiro.
<<Constatavo che a volte sei stata avventata
… la tua indole, in alcune occasioni, prende il sopravvento Testa Calda>>
spiegò tentando di rendere l’atmosfera meno pesante, ma Xera non fu dello stesso
avviso. <<Non crederai a quello che
ha detto. Come puoi pensare …>> la guerriera s’interruppe e Reilhan
le sfiorò la spalla per tranquillizzarla. <<Non ci provare!>> lo ammonì visibilmente scossa, inducendo il Novizio a desistere. <<Non
volevo accusarti, dico solo che in passato sei stata avventata, è forse una
menzogna?>> la rimbrottò <<Ti
siamo grati per averci difeso; se non fosse stato per te, con ogni probabilità ora
saremmo cibo per Maki>> la ringraziò ma invano. Xera si girò su
stessa, ignorando sia il curatore sia lo spadaccino. Soltanto Elesya riuscì
davvero a consolarla. <<Grazie
amica mia>> le sussurrò stringendo il suo braccio e strappandole un
sorriso. Fu allora che una leggera fitta le attraversò la spalla, proprio nel
punto in cui era stata ferita dalla spina di Landak. <<Tutto bene?>> domandò la giovane
maga scorgendo una smorfia di dolore sul volto di Xera, <<Sì, non ti preoccupare>> preferì
mentire, poiché la sola idea di dover chiedere consiglio al curatore la
irritava. Il gruppo finalmente riprese la marcia, ma occorse loro circa mezza
giornata per orientarsi nei boschi. <<Dobbiamo
procedere sempre dritto verso Nord-Ovest e dalla posizione dei due soli sono
sicuro che la strada sia quella lì>> affermò Dereth indicando un
punto indefinito tra gli alberi.
Nessuno dissentì, ma Elesya tenne a precisare
che dal suo punto di vista ogni direzione le sembrava identica <<Cosa ti fa essere tanto sicuro?>>
domandò incuriosita <<Ci sono già
stato, ricordi?>> rispose vago <<Perché allora non usiamo la tua mappa, se ci sei già stato la strada
dovrebbe essere apparsa sulle pagine della tua pergamena>> ma Dereth
scosse il capo. <<La mappa è in
mano al mio Novizio, alle giovani leve non è concessa>> asserì lasciando Elesya senza parole. <<Vuoi
forse dirmi che sei una giovane leva? Ho sempre creduto che fossi tu il capo gruppo>>
e lo spadaccino sorrise divertito <<Lo
sono, ma il nostro Novizio è Samasya>> la giovane maga era sempre più
confusa <<Pensavo che solo i Novizi
dovessero ricoprire quel ruolo, ciò che mi stai dicendo non ha senso>>
obiettò attirando l’attenzione di Reilhan. <<Non è del tutto vero. Soltanto il più forte dovrebbe diventare il capo
gruppo, una volta comprovato il livello di superiorità, la decisione è
presa>> rispose. Reilhan alzò gli occhi al cielo <<Stai dicendo un mare di sciocchezze>>
lamentò <<Essere a capo di un
gruppo non vuol dire necessariamente esserne il più forte. Un Novizio
deve saper guidare le giovani leve durante tutto l’arco della competizione, agendo
con saggezza e per il bene comune. Se anche si dimostrasse che la giovane leva
ha una forza superiore, senza una guida esperta sarebbe solo destinato a
perdersi>>.
Dereth lo guardò torvo <<Stai insinuando che quanto è accaduto al mio gruppo è stata colpa mia?>>. Reilhan annuì <<Se ti fossi curato di dar
ascolto al tuo Novizio, adesso sareste insieme>> insistette. Dereth
trasudava rabbia da tutti i pori, era la prima volta che mostrava i suoi veri
sentimenti così apertamente. <<Nessuno
può darmi ordini, tanto meno una debole ragazzina. La figura del Novizio è un contentino che quel vecchio ha imposto per convincere dei poveri
scellerati a tornare su Horsia, benché avessero la possibilità di salpare e
abbandonare questa prigione dorata>>. Lo spadaccino strinse i pugni <<”Diamo loro una posizione di comando
affinché invoglino altri sciocchi a seguirli sulla misteriosa isola”. Non fate
altro che facilitare il compito al vostro carnefice, ma se pensi che io ci
caschi, sei solo un povero illuso. Farò tutto il possibile per raggiungere il
continente, anche a costo di sacrificare qualcuno lungo il cammino>>.
Reilhan non riuscì più a trattenersi e spinto dall’ira, gli assestò un violento
pugno sul mento che lo fece barcollare. Dereth sorrise divertito nonostante il
labbro gli pulsasse e avesse iniziato a sanguinare. Con la manica della camicia
si ripulì la bocca e alzando lo sguardo investì il Novizio con tutto il suo
astio. Rispose così con un altro pugno che raggiunse lo stomaco di Reilhan costringendolo
a piegarsi su stesso, ma soltanto il tempo necessario per accusare il colpo e ripartire all’attacco. Approfittando della posizione supina, infatti, il curatore
si scagliò di nuovo contro Dereth ma questa volta utilizzando la spalla per
farlo capitolare al suolo.
Sovrastato lo spadaccino fu semplice per
Reilhan bersagliarlo di pugni che andarono tutti a segno,
eccetto l’ultimo che si schiantò contro il terreno. Dereth non si arrese e
nonostante Elesya li pregasse di fermarsi, i due ragazzi continuarono a lottare. Lo spadaccino riuscì a scalzare il Novizio svincolandosi dalla presa e
riportando la situazione allo stato iniziale ma con ruoli invertiti, incominciò
a colpire Reilhan senza pietà. I volti tumefatti non indussero
i due ragazzi a desistere, così che la giovane maga fu costretta a evocare le
sue preziose catene per bloccare la rissa. Non vi era stato alcun vincitore e
dal loro sguardo, Elesya comprese che sciolta l’evocazione i due
avrebbero ricominciato. Con gli occhi allora cercò la complicità della sua amica, ma
voltando il capo rabbrividì. La guerriera, infatti, si era accasciata a ridosso
di un albero reggendosi a fatica. Con la fronte imperlata di sudore e il
respiro affannato, Xera sembrò sul punto di perdere i sensi, quando inaspettatamente
Dereth si liberò delle catene spezzandole a mani nude. La raggiunse con due
falcate e la afferrò appena in tempo impedendole di sbattere la testa sulla
roccia retrostante. Non riuscì a reggerla a lungo tuttavia, poiché il dolore
alla spalla e le fitte alle costole lo costrinsero a inginocchiarsi; fu Reilhan a soccorrerli una volta accorso. <<Come
stai Xera?>> domandò tentando di guarirla con la sua magia, la guerriera però non lo gradì. <<Smettila
di fare la testarda, non è il momento di giocare alla fanciulla
imbronciata>> la redarguì ma quando riprovò a medicarla, Xera urlò
dal dolore strattonandolo a diversi passi di distanza. <<Non mi toccare>> ripeté con lo
sguardo perso. <<Nessuno mi deve
toccare!>> insistette poco prima di svenire.
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