Il gruppo proseguì inoltrandosi sempre più
nei boschi, fin quando non fu necessario l’ausilio di una torcia per illuminare
il cammino. <<Le paludi non sono lontane ma questi boschi sono
intricati, orientarsi è molto difficile>> mormorò Dereth sollevando
il ceppo infuocato. <<Sarà meglio non separarci, soprattutto tu
Xera>> la punzecchiò Reilhan meritandosi un pugno ben assestato sulla
spalla. <<La prossima volta colpirò più in basso!>> lo
minacciò la guerriera, <<Non vedo l’ora>> ribatté il
curatore massaggiandosi tuttavia la parte lesa. Un ramo di discrete dimensioni
all’improvviso si spezzò, candendo pesantemente in direzione dei due giovani.
Colti alla sprovvista, Reilhan allungò il braccio tirando a sé l’amica e al
contempo si protese per farle da scudo umano. Dereth però fu più veloce e
sferzando l’aria con assoluta precisione, recise il ramo a metà. Nessuno fu
ferito, a parte l’orgoglio del Novizio. <<Cercate di fare attenzione,
questa non è una passeggiata di piacere>> li ammonì lo spadaccino
rinfoderando il fioretto. <<Ti ringrazio>> asserì Xera
distaccandosi dal curatore che per tutta risposta strinse la presa ancora di
più. <<Che ti prende Rei?>> domandò la guerriera perplessa,
ma presto si rese conto che gli occhi del Novizio erano rivolti altrove. Stava scrutando, infatti, un punto indefinito tra le fronde, quando il suo viso si rabbuiò. <<C’è qualcuno su quell'albero!>> esclamò sfoderando il Maglio.
Tutti presero possesso
delle loro armi, scandagliando la fitta boscaglia alla ricerca dell’aggressore.
Non poterono proseguire a lungo tuttavia, perché una pioggia di rami spezzati incominciò
a cadergli addosso. Elesya sollevò Vheles e pronunciata la formula in lingua
antica, evocò una gabbia di lame affilate che ne sminuzzò una parte.
Dereth ne fu sorpreso <<Ti avevo sottovalutato Maga>> le
disse spalleggiandola. Con rapidi movimenti distrusse quel che restava delle fronde cadute, scongiurando infine il pericolo. Reilhan e Xera non smisero di fissare il cielo e la prima a parlare fu proprio la guerriera.
<<Guardate! È un branco di Maki, dobbiamo muoverci in fretta!>>
urlò. Il gruppo iniziò a correre senza curarsi della strada, avendo come
unico interesse quello di seminare il branco. Dopo diversi minuti però la
situazione non era cambiata, poiché le bestie sfruttando la loro agilità
nello spostarsi tra gli alberi, li raggiunsero facilmente. <<Che cosa
facciamo?>> domandò Elesya respirando a fatica, <<Cerchiamo
un riparo!>> suggerì Dereth mentre osservava l’ambiente circostante.
Un altro attacco dall’alto sopraggiunse repentino e costrinse i quattro ragazzi
a spostarsi ancora una volta ma Elesya era stanca e così complice una radice
sopraelevata, inciampò cadendo sulle ginocchia. La distrazione della giovane
maga rallentò la fuga del gruppo che, per soccorrerla, si trovò proprio sotto l’ennesima
pioggia di rami.
Dereth fu colpito alla spalla e Reilhan alla schiena.
Xera ed Elesya invece erano riuscite a evitare l’attacco grazie all'intervento di Divaahr, ma presto la guerriera si rese conto che le ferite dei suoi
compagni avrebbero impedito loro di riprendere la corsa. Stanca della
situazione si separò dallo scudo che consegnò al curatore <<Tienilo alto,
tra poco qui farà molto caldo>> lo avvisò. <<Stai indietro
ci penso io>> disse Dereth sfiorando l’elsa del fioretto, ma il
dolore alla spalla gli impedì di eseguire il movimento. <<Sei tu a
dover restare indietro questa volta; ti consiglio di ripararti dietro il mio
scudo se non vuoi essere arrostito>> borbottò Xera allontanandosi dal
gruppo. Dereth provò a obiettare ma Reilhan lo tirò a sé invitandolo a
desistere. <<Imparerai anche tu che quando Testa Calda si mette
qualcosa in testa, nessuno è in grado di farle cambiare idea … piuttosto
potrebbe darti il colpo di grazia>> spiegò senza toglierle gli occhi
di dosso. <<Siete forse impazziti? È un intero branco, nessuno
potrebbe farcela da solo. I Maki inoltre sono molto forti e se dovessero scendere dagli alberi …>> Reilhan lo interruppe <<Sarebbe
tanto peggio per loro, non vorrei davvero essere uno di quei Maki in questo
momento>> aggiunse rabbrividendo. Dereth fissò la guerriera ma non comprese perché le due leve avessero così tanta fiducia nella ragazza e di
nuovo si domandò se fosse giusto affidarsi a lei. Decise tuttavia di attendere e qualora avesse fallito, sarebbe stato pronto a
intervenire.
Xera posò la piccola mano sull'impugnatura di Rhinvel, la sentiva
vibrare sotto la pelle e capì che persino la sua spada non vedeva l’ora di
dare una lezione a quelle bestie. Volle estrarla ma Rhinvel si oppose,
pungendola con una spina ma senza ferirla <<Va bene, aspetto
ancora un po’>> bisbigliò accarezzando l’elsa. Un gruppo di cinque
Maki iniziò a scendere dai tronchi, poiché l’immobilità dei propri avversarsi
diede loro coraggio. Ad aprire la spedizione ve ne era uno molto possente, che si spostava con inaspettata agilità sfruttando le zampe anteriori
e posteriori come fossero braccia. Prima di toccare il suolo però, si dondolò per
alcuni minuti su di un ramo più basso grazie alla lunga e sinuosa coda,
annusando l’aria ripetutamente. Nessuno mosse un passo né osò fiatare. Convinto
allora di aver vinto la battaglia, il grosso Maki emise un suono gutturale e
profondo, il segnale che spinse i suoi simili a scendere dai rami senza
timore. In men che non si dica Xera vide arrivarsi in contro l’intero branco più
agguerrito di prima con le fauci spalancate e i denti a sciabola in bella mostra. La scena si rivelò terrificante tuttavia il calore che emanava Rhinvel fu in grado di rassicurarla. Li separavano pochi metri ormai e la continua immobilità della guerriera convinse Dereth a sfoderare il fioretto, sebbene la
spalla ancora gli dolesse, muovendosi in direzione della ragazza. Una luce accecante e
un calore insopportabile però lo costrinsero a indietreggiare. Lingue di fuoco
scarlatto circondarono Xera, creando una sorta di barriera di fuoco che la difese.
Aveva finalmente sfoderato Rhinvel e incenerito tutto ciò che si era frapposto
tra lei e i suoi avversari. Il capo Maki urlo dal terrore quando le fiamme
avvolsero la sua zampa, mettendolo così in fuga insieme al resto del suo
branco. <<Che scocciatura>> mormorò Xera rinfoderando la
lama, le fiamme avevano iniziato a bruciare gli alberi circostanti <<Adesso
chi lo sente Reilhan!>>.
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