Erano trascorsi altri due giorni in cui Xera aveva
continuato a dormire, ma all'alba del terzo finalmente si svegliò. C’era un
profondo silenzio nella caverna, interrotto di tanto in tanto dal respiro dei
suoi amici assopiti. Nessuno era di guardia e come dar loro torto, giacché si
trovavano nella dimora del signore della foresta; la
ragazza istintivamente cercò con lo sguardo l’Hulfùr e non vedendolo, decise di
andarlo a cercare: quando provò ad alzarsi non avvertì né stanchezza né
debolezza, anzi al contrario, non era mai stata meglio.
Senza fare rumore riuscì
a uscire dall'antro e proprio li, sul prato antecedente alla caverna, vi era
accucciato ad attenderla, Chundra. <<Dove pensi di andare? Dovresti
riposare e non dedicarti a passeggiate segrete! Quelle non portano mai a nulla
di buono, io lo so!>>, Xera sorrise <<ma io cercavo proprio te … Voi … Signore …>>, esasperata, rinunciò
<< Non so come rivolgermi a una
divinità, soprattutto se questa mi ha salvato la vita>>.
L’Hulfùr la
guardò incuriosito <<Voi umani avete la capacità di divertirmi e irritarmi in egual
misura! Comunque Chundra è il mio nome, anche se solo in pochi lo conoscono, e preferisco
essere chiamato così; scommetto che vuoi pormi delle domande, sei più gentile rispetto
al nostro dialogo di tre giorni fa>>. La ragazza, allora, si
sedette su di una roccia accanto alla bestia e molto pensierosa, chiese << Quindi sono trascorsi altri tre
giorni …; quelle litanie che mi hai recitato erano incantesimi?>>, <<
Non tutte, perlopiù sono preghiere antiche ormai perdute nel tempo, ma come ti
ho già spiegato, totalmente inutili in simili circostanze: il mio consiglio non
è cambiato, saresti saggia se dimenticassi il tuo obiettivo! Non sarà facile,
posso comprenderlo, ma perlomeno non correrai il rischio di mutare>>.
Xera
voltò il capo dall'altro lato in segno di disapprovazione, poi però, lo guardò
nuovamente negli occhi e disse <<Nemmeno
io ho cambiato idea: non rinuncerò al mio sogno e per questo sono disposta a
correre il rischio>>. Chundra si sollevò, le sue notevoli dimensioni
lo rendevano spaventoso, ma nonostante ciò, Xera si sentiva a suo agio e non
provava alcun timore in sua compagnia. L’Hulfùr iniziò a camminare avanti e
dietro, completamente preso dai suoi pensieri e la ragazza non osò disturbarlo;
dopo poco si sedette nuovamente << Il tuo amico non potrà seguirti per
tutta la vita ne sei consapevole?>>, Xera annuì <<
il mio sigillo non è infallibile, anche lui può mutare o peggio rompersi e temo
che questo possa verificarsi soprattutto durante una battaglia. Non permetterò
che il mio sangue mieta vittime innocenti! Lo capisci?>>. Xera annuì
ancora una volta, anche se nei suoi occhi nulla era cambiato, <<Non puoi fortificare il sigillo o farne
due, per esempio?>> chiese ingenuamente, ma l’Hulfùr scosse il capo
<<Se avessi potuto, lo avrei già fatto, il tuo corpo a malapena ne ha
retto uno, fortificarlo o addirittura inciderne due, sarebbe un
suicidio>>, << allora
è possibile! Devo solo diventare più forte per reggerne il dolore>> rispose
speranzosa.
Chundra la guardò stupito e poi iniziò a ridere <<
“devo solo diventare più forte per reggerne il dolore” >> ripeté ridendo
<<Come
fosse la cosa più semplice del mondo!>> tuonò, tornando subito
serio, <<Dovrai impiegarci decenni e nemmeno allora potrai essere certa
di riuscire a sopportare un ulteriore sigillo! Torna a casa e vivi una vita
pacifica che per quanto sia insopportabile per te, potrai pur sempre chiamare
vita>>.
Xera si alzò, non era furiosa al contrario delle
aspettative dell’Hulfùr e questo gli fece ben sperare di averla convinta, ma
quel pensiero non ebbe il tempo di attecchire nella sua testa, infatti, poco
dopo, la ragazza iniziò a preparare il suo bagaglio. <<È giunto il momento di riprendere il mio viaggio, ho
perso sin troppi giorni dormendo; mio caro Chundra è stato un piacere, ma
purtroppo non ho alcun interesse nel ritornare a casa, quindi non volermene se
farò di testa mia>>. L’Hulfùr
allora, infuriandosi, fece nuovamente ricorso al suo misterioso potere e la immobilizzò
<<Non
sfidarmi ragazzina o il tuo tempo dovrò azzerarlo io stesso!>>. Xera
iniziò a provare una grande rabbia nei confronti della divinità ed essere
immobilizzata, rendeva quella situazione ancor più insopportabile: quando quel
sentimento raggiunse il culmine, avvertì una fitta lancinante alla spalla e
senza alcun controllo sul suo corpo, iniziò a urlare in preda al dolore.
Tutto quel
baccano svegliò il resto dei suoi compagni, che restarono impietriti sulla
soglia della caverna, << Che cosa
sta succedendo? >> chiese angosciato Reilhan, <<Fareste meglio a tornare
nella mia dimora! La vostra amica è un pericolo per voi ormai! Anzi, vi
consiglio di abbandonarla qui e proseguire con il viaggio, per lei non vale la
pena provare affanni e tristezza: è una ragazza sconsiderata, disposta a mettere
a repentaglio le vostre vite, piuttosto che rinunciare al suo sogno!>>. Elesya
provò, nonostante quel monito così severo, a raggiungere la sua compagna sofferente,
ma fu bruscamente fermata da una barriera invisibile eretta dallo stesso
Chundra, <<Te ne prego, libera Xera
dal tuo potere! Non può sopportare altro dolore>> implorò piangendo, ma l’Hulfùr non volle sentire ragioni.
Mentre i suoi amici tentavano di dissuadere
la divinità, Xera nonostante le fitte, provò una profonda tristezza nel suo
cuore. Si rese conto di quanta verità ci fosse nelle parole di Chundra: le era
bastato arrabbiarsi, per perdere il controllo del suo corpo e se non ci fosse
stato il potere dell’Hulfùr, avrebbe potuto far del male ai suoi amici.
<<“Lo
capisci adesso?”>> una voce le risuonò nella mente, apparteneva a
una donna non vi erano dubbi, ma era la prima volta che la sentiva. Questa intonò una canzone le cui parole erano incomprensibili e il male svanì, <<“Nel
tuo cuore c’è tanta determinazione>> disse <<ma non deve mai sopraffare il buon
senso o l’amore per il prossimo e tu ne hai in gran quantità. Con la prossima
preghiera proverai un dolore indescrivibile a tal punto, da invocare la morte,
ma una volta recitata, il tuo sigillo sarà più saldo. Sei disposta a sopportare
tutto questo? Ricorda che l’alternativa consigliata da Chundra è ancora una
delle possibili soluzioni al tuo problema”>>, Xera era allo
stremo delle forze ma la sua volontà non si incrinò << Sono pronta! Se dovessi morire,
vorrà dire che era nel mio destino>> pensò, poi chiudendo gli occhi, si
limitò ad ascoltare la voce nella sua testa, recitare un antico canto.
Migliori sempre di più! :)
RispondiEliminagrazie mille, spero di migliorare ancora di più :)
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