Hillin riprese la pergamena, la arrotolò e infine la
nascose nella scollatura del suo abito <<Se hai dei bagagli devi disfartene; porta
con te solo lo stretto necessario. La nave partirà tra due ore!>>.
Xera fissò la donna con aria stranita <<Non ce la farò mai a raggiungere il porto in così poco tempo. Ci
abbiamo impiegato giorni per trovare Kodur>>. Hillin sorrise
compiaciuta <<Siete davvero
spassosi voi novellini. Non ci muoveremo di certo a piedi! Ora vai però, sarà
meglio non indugiare oltre>>. Xera si mosse in direzione della porta
ma un attimo prima di chiuderla, Hillin aggiunse dell’altro <<Sarò davanti all'ingresso della città e
ricordati che io detesto aspettare>>. L’uscio si chiuse e la
guerriera si ritrovò sola nel lungo corridoio. Lo percorse in fretta senza
pensare, fino a che giunta dinanzi alla sua stanza, si rese conto che la porta
era socchiusa. La aprì lentamente cercando di non far rumore, accortezza che
tuttavia si dimostrò inutile, giacché dei suoi amici non vi era alcuna traccia.
Xera afferrò la bisaccia mal ridotta a causa delle innumerevoli disavventure,
la cintola con la spada e un mantello lungo con cappuccio che indossò per
dissimulare la sua presenza. Osservò la stanza ancora un po’ prima di congedarsi,
notando così che sul tavolino vi era un pezzo di carta. La giovane leva ebbe un
attimo d’esitazione, non avendo il tempo in suo favore, poi però la curiosità
ebbe la meglio. Prese il messaggio e ne lesse le righe più in fretta che
poté.
“Non possiamo
più aspettare. Ci dispiace aver preso i tuoi artefatti ma era necessario. Spero
tu possa comprendere cosa ha guidato la nostra decisione.”
Xera sbarrò gli occhi dallo stupore, scansò il mantello ma nel momento in cui fissò la cintola attorno alla sua vita, vide che la spada (contrariamente a quanto riportato sul testo) era ancora lì. Iniziò allora a scavare nella bisaccia e di nuovo si accertò che l’anellino non fosse scomparso, quando però tentò di afferrarlo, questo svanì in una nuvola di fumo pece. Il sudore imperlò la sua fronte così, tremante, sfiorò l’elsa di Rhinvel, per poi rivivere la medesima scena avvenuta poco prima. <<Maledizione!>> esclamò in preda alla rabbia. Pensando di non avere più tempo, Xera corse a perdifiato e in pochi minuti fu subito all’esterno della casa. Continuò a correre per tutto il viale del bosco, ma dinanzi al bivio non poté fare a meno di fermarsi. Da una parte la strada che l’avrebbe condotta alle porte della città, dall’altra invece la via per la piazza centrale. <<Mi dispiace Hillin, temo dovrai attendere ancora un po’>> mormorò riprendendo la sua corsa. Il villaggio era stranamente vuoto ma Xera non poté farci caso. Superata la locanda di Aldaria, Xera corse per alcune strade secondarie, travolgendo casse di legno mal riposte o espositori di cibi esotici, nessuno però ne reclamò la perdita. Data la pendenza che gravava sul villaggio, Xera si rese conto di essere in prossimità della piazza centrale, ma il pavimento scivoloso le bloccò la corsa, facendola cadere tra una pila di materiale di scarto.