lunedì 30 giugno 2014

Tanti auguri Scrittoio Segreto!

Che dire mie care Giovani Leve. Sembra passato poco tempo da quel fatidico giorno, in cui dissi e me stessa: ”Forza Valeria, gettiamoci nel magico mondo dei blog!”. Eppure oggi 1 luglio 2014, mi ritrovo qui a festeggiare il primo compleanno de Lo Scrittoio Segreto, insieme a voi. Non voglio raccontare bugie, non è stato così semplice come pensavo all’inizio. Ci sono stati alti e bassi, momenti positivi e momenti negativi. Momenti in cui ho creduto che lasciar stare sarebbe stata la giusta scelta, poi però ho preferito ignorare i pensieri negativi e andare avanti, post dopo post. 

Ho voluto tentare questo esperimento letterario, condividendo con voi i miei racconti frutto di anni di studio e ricerche, e infine sono stata ripagata ( non in chiave economica, si intende. Non guadagno ancora un centesimo :( ). Il mondo del blogger è pieno d’insidie: bug improvvisi che ti costringono a rifare il blog dal principio; impostazioni sballate alle quali poi seguono problemi su problemi; codici alieni spacciati per linguaggio informatico, a cui bisogna sottostare.  Insomma chi più ne ha, più ne metta! Ho passato quest’anno in simbiosi con il mio fidato PC, che seppur in età pensionabile, ha retto alle mie lunghe sessioni di scrittura e disegno grafico. 

Ho preparato a tal proposito, un disegno commemorativo che esemplifica tutto quello che ho vissuto in questo lungo anno, tuttavia essendo ancora inesperta, mi son lasciata distrarre da finezze stilistiche (di cui non ne so nulla) e come risultato ne ho ottenuto un disegno incompleto. Ci metterò qualche giorno in più, escludendo quelli dedicati agli aggiornamenti del racconto (che per chi non lo sapesse ancora sono: il martedì e il venerdì).  

Non volevo però che questo giorno passasse in sordina e mi sembrava doveroso esprimere i miei più sentiti ringraziamenti a tutti quelli che con me, ogni settimana esplorano i meandri più assurdi della mia immaginazione. 

Vi voglio svelare un segreto, ma si dai oggi è concesso. Odio gli spoiler a tal punto da ignorare, io per prima, il seguito del mio racconto. E questo vale per tutti i post che sto pubblicando da diversi mesi. Questo perché non avrei mai creduto che Xera, avrebbe riscosso così tanto interesse e quindi da un bel pezzo, abbiamo superato la parte di romanzo che avevo messo nel cassetto. Vogliamo fare un piccolo accenno alle visualizzazioni? No, parliamone. 

Pochi mesi fa ho realizzato il disegno delle 10mila Views e non avrei mai pensato di giungere al primo compleanno con ben 18mila visualizzazioni. Da dove siete spuntate mie care giovani leve? In cuor mio spero che continuerete a moltiplicarvi giorno dopo giorno, sarebbe per me la realizzazione di un sogno. Voglio dire a tutti voi, miei fan più accaniti che al termine di questo romanzo, ho intenzione di rieditarlo e di pubblicarlo in formato ebook. Un occhio esperto sa che da quando ho iniziato, il mio stile si è evoluto (mi auguro in meglio :D ) motivo per cui è giusto uniformare tutta la storia al mio modo di scrivere attuale, rendendola così più scorrevole e soprattutto un romanzo unico e completo. 

Ho scelto il formato ebook perché è il solo che mi posso permettere al momento, per il futuro chissà. Io spero, come tutti gli scrittori emergenti, di essere notata o perlomeno che qualcuno voglia concedermi una possibilità, fino a quel giorno continuerò a fare ciò che ho fatto per un intero anno: andare avanti post dopo post. Non mi resta che ringraziarvi ancora, augurandomi che il prossimo anno sia speciale quanto quello passato.  

venerdì 27 giugno 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 75)

Nonostante Xera fosse in inferiorità numerica, le lucertole restarono immobili, forse in attesa di ricevere degli ordini. Questa sensazione divenne certezza nel momento in cui la voce fredda della regina rimbombò nella caverna. <<Sei ancora in tempo! Arrenditi e accetta di diventare la mia schiava, proprio come i tuoi amici!>> asserì, e a quell’ultimatum fece seguire una fragorosa risata che impietrì Xera. Il calore sul suo viso però, la riportò alla realtà e senza indugio rifiutò le condizioni imposte dalla regina. <<Preferisco combattere a mani nude, piuttosto che piegarmi al tuo volere!>> esclamò. <<E sia!>>, Goreha si congedò e le lucertole iniziarono a muoversi in maniera del tutto innaturale. Ogni loro singolo movimento era ripetuto in sincrono; il sibilare della lingua, l’agitare della coda e il serrare la mascella, era reiterato da ogni mostro nello stesso momento. 

Questo loro comportamento, indusse la guerriera a supporre che dinanzi a lei non vi erano dei comuni animali ma esseri inanimati, frutto forse della magia di Goreha. Per averne conferma, calciò con forza la lucertola a lei più vicina che catapultata sulla parente opposta, si dissolse in una nuvola di fumo. <<Come pensavo!>> disse ad alta voce. Ogni volta che un rettile si avvicinava, Xera lo ricacciava in dietro con dei calci precisi e potenti, tuttavia le lucertole erano troppe e ben presto la guerriera iniziò a stancarsi. Scrutando l’atrio, la ragazza cercò un appiglio che le permettesse di sfuggire ai rettili, e proprio lì a pochi metri da lei, notò una serie di rocce che avrebbe potuto raggiungere saltando. Xera iniziò a correre senza mai voltarsi indietro e quando le lucertole le intralciavano la strada, lei le calciava via con tutta la forza che aveva. 

Raggiunta la sporgenza, scalò la parete aggrappandosi alle insenature della roccia e toccata la cima, fece leva sulle braccia per tirarsi su. Xera restò in ginocchio per qualche secondo, da quando era entrata nel castello, non aveva fatto altro che correre e gradualmente sentì le forze venirle meno. Quell’attimo di distrazione però le costò caro. Le code appuntite delle lucertole si diramarono come fossero rovi e attorcigliandosi attorno alle sue caviglie, la trascinarono a terra con violenza. Per quanto provasse ad aggrapparsi alle rocce, queste erano troppo bagnate e presto si ritrovò con le spalle a terra, ferita e immobilizzata.
I palmi e le ginocchia le pulsavano e il mento bruciava. Xera, riparata dietro lo scudo, cercò di non farsi colpire dalle lucertole, ma con le gambe legate divenne impossibile. 

martedì 24 giugno 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 74)

Con il dorso dello scudo deviò l’attacco con successo, poi, spostando il peso del corpo sulla gamba sinistra, riuscì a imprimere abbastanza forza al suo scatto da permetterle di raggiungere la compagna svenuta. Quando però arrivò a pochi passi da lei, il corpo di Elesya fu avvolto da radici robuste che sollevarono la ragazza, ancora priva di sensi. Goreha rise dinanzi alla frustrazione di Xera. << È inutile anche solo provarci, non sei in grado di sconfiggermi>> dichiarò a gran voce. Senza troppa difficoltà tuttavia, Xera evitò una serie di attacchi frontali, sferrati dai lunghi rovi della stessa Goreha che si erano fusi con il resto delle radici. Nonostante la barriera che la separava dal Novizio, fosse spessa e robusta, Xera fu ancora in grado di scorgere il vero aspetto del mostro che lo teneva prigioniero, sebbene Reilhan ne fosse inconsapevole. 

<<Com’è possibile scambiare quella cosa, per una donna attraente?>> pensò, osservando incredula il suo amico. Xera posò gli occhi sulla regina, cercando in lei possibili punti deboli ma il movimento imprevedibile dei suoi rovi, le concesse solo rapidi sguardi e per giunta superficiali. Tra due attacchi laterali, infatti, che parò con scudo e avambraccio, notò che il mostro aveva le fattezze di una rosa nera dalle notevoli dimensioni. Quando invece si ritrovò a retrocedere per liberarsi dalla presa di una delle sue radici, vide che dal cuore della rosa spuntava la testa di un rettile, simile a un serpente, ma solcato da venature porpora che trasudavano veleno. Mentre osservava sconcertata la lunga coda della regina, spuntare dal retro dei petali che la avvolgevano, fu colta alla sprovvista da uno dei suoi rovi che le colpì la mascella, offuscandole la vista per il dolore. A fatica riuscì a mettersi in ginocchio e disgustata, sputò il sangue che le aveva riempito la bocca. 

Non ebbe tuttavia il tempo di riprendersi che un nuovo attacco giunse dall'alto, ma le bastò rotolare su se stessa per evitare le lunghe spine, che sporgevano minacciose. Durante l’impatto non aveva perso il suo prezioso scudo e con la difesa alta, cercò il coltello che invece era volato via. Bastarono pochi secondi per individuarlo e un istante per rientrarne in possesso, data la grande velocità della guerriera. Scrutando ancora una volta il suo avversario, si rese conto che la parte inferiore del suo corpo era costituita da sole radici e rovi, gremiti di piccole spine e foglie dai bordi seghettati. Non aveva né braccia né gambe, o almeno così immaginò, poiché i grandi petali nascondevano buona parte del suo corpo. Ed era proprio con quei rovi che stringeva a sé il malcapitato Novizio, ai cui occhi dovevano sembrare le braccia di una donna seducente. 

venerdì 20 giugno 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 73)

Quando Elesya e Xera giunsero dinanzi al castello, notarono che il passaggio era stato stranamente sgombrato e questo le insospettì. Decisero quindi di procedere con circospezione, temendo un’incursione nemica da un momento all’altro. Xera non ripose lo scudo, essendo sprovvista di spada, mentre Elesya, ancora provata per il doppio incantesimo, continuò a camminare alle spalle della compagna. << Perché ogni volta che un’impresa dovrebbe essere semplice, ci ritroviamo invece a scappare da mostri spaventosi, a percorrere luoghi angusti e a salvare i nostri amici, la cui vita è appesa a un filo?>> lamentò la maga, intimorita dalla foresta. <<Perché altrimenti tutti sarebbero in grado di affrontare questa competizione … immagino; o forse siamo soltanto sfortunati!>> rispose Xera riponendo il coltello e porgendole quindi la mano libera per rassicurarla.

Il grande portone di legno massiccio che separava la foresta, dall’interno del castello, si spalancò misteriosamente. Era pesante e rumoroso, forse a causa della ruggine, che aveva ormai divorato tutti i chiavistelli di ferro. Elesya immaginò soldati impettiti, che in gruppo tiravano lunghe catene consunte, tuttavia al di la dell’uscio non c’era nessuno. <<Magia!>> esclamò a voce alta. <<Indubbiamente!>> concordò la guerriera. A differenza dei castelli di stampo classico, questo non aveva alcun fossato, poiché la barriera di spine era una difesa difficilmente espugnabile, salvo che qualcuno non volesse farti entrare. Sospettando quindi di essere attese, le due ragazze proseguirono spedite, per ritrovarsi infine nel cortile centrale. Contrariamente alla foresta, le piante del giardino erano rigogliose e verdeggianti ed Elesya poté giurare che ogni singola siepe vantasse moltissime varietà di rose, alcune per giunta a lei sconosciute. Le siepi erano disposte in maniera tale da formare dei cerchi concentrici, la cui origine non era altro che il centro del cortile. E proprio lì, nel punto focale, vi era una statua ad altezza d’uomo con l’effigie di una donna dalla bellezza sconcertante. 

martedì 17 giugno 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 72)

Xera ed Elesya continuarono a cercare il loro compagno sino a notte fonda, poi non riuscendo più a scorgere nulla, a causa delle fitte tenebre, dovettero arrendersi e sostare al di fuori della foresta nera. <<Sono certa che Reilhan sia lì da qualche parte>> disse Xera, osservando le spesse radici con molta attenzione, <<Appena il cielo si schiarirà, riprenderemo le ricerche, anche a costo di mettere a soqquadro l’intera foresta!>> aggiunse Elesya risoluta. Xera non poté fare a meno di sorridere dinanzi alla determinazione della sua compagna, notando quanto fosse cambiata rispetto ai primi tempi sull’isola. Non appena il primo sole fece la sua comparsa le due amiche ripresero le ricerche, tuttavia ben presto si resero conto che a differenza del giorno prima, la foresta si era ancora più infittita. 

<<Queste maledette piante, se avessi una spada le ridurrei a brandelli>> protestò Xera sfiorando il fodero vuoto sulla cintura. Elesya invece restò in silenzio, rimuginando su alcuni pensieri. <<Credo di avere la soluzione!>> disse infine, <<Quando hai nominato la spada, mi è venuta un’idea?>>, <<Ossia?>>, <<Semplice! Sta a guardare!>> spiegò. La giovane maga afferrò il bastone di legno e metallo, e sollevandolo fin sopra la testa, iniziò a pronunciare una strana formula. In un primo momento sembrò che nulla fosse cambiato. Poi invece man mano che la formula si articolava, strani bagliori circondarono l’arma e ben presto s’illuminò come fosse una torcia. Alla fine della litania, dei sottili raggi iniziarono a proiettarsi dal bastone alle piante e una volta entranti in contatto, la luce si tramutò in lame, tagliando di netto ogni singola radice. Xera restò senza parole, ma non era finita qui. 

Poiché le piante tagliate erano subito sostituite da nuovi germogli dalla crescita accelerata, Elesya impose la mano sinistra sul terreno e magicamente accanto ad ogni nuovo rovo spuntarono le funi oscure, che impedirono a questi di serrare il passaggio appena creato. <<Hai fuso i due incantesimi! Sono strabiliata dalla tua abilità>> asserì Xera ed Elesya sorridendole, invitò l’amica a correre, essendo ancora incerta sulla durata dell’incantesimo. Giunsero quindi al centro della foresta nera ma per la maga fu impossibile ripetere lo stesso trucco, poiché priva di energie. <<Il terreno avrà assorbito ancora una volta i tuoi poteri, cerca di usare la magia con parsimonia d’ora in avanti o cadrai addormentata>> spiegò Xera. I rovi centrali, diversamente da quelli esterni, erano più scuri e le spine più lunghe e aguzze, tanto che in alcuni snodi evitarle fu arduo. Improvvisamente Elesya si fermò. <<Guarda!>> disse stupita; una rosa nera dai petali grandi come pugni, era sbocciata non molto distante ed essendo la missione ancora in corso, ne approfittarono.

venerdì 13 giugno 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 71)

Quella mattina l’aria era particolarmente secca e aspra. La gola ardeva e quasi urlando, reclamò di poter essere bagnata con dell’acqua. Xera riaprì gli occhi e per un attimo perse la cognizione del tempo <<Dove mi trovo?>> pensò. Accanto a lei Elesya dormiva profondamente mentre Reilhan, chino sulla mappa, appuntava solerte le coordinate del posto. <<Ben svegliata!>> le disse, notando il suo viso spaesato. Quando Xera poté finalmente saziare la sua sete, tutto fu più chiaro; dopo giorni di cammino si erano lasciati alle spalle i boschi adiacenti al vulcano, pianure verdeggianti e spiagge incontaminate. Nonostante però fossero ancora lontani dalla meta, nell’aria qualcosa era cambiato. 

Un tanfo acre e insopportabile aveva impregnato tutto ciò con cui era entrato in contatto: piante, rocce e persino la stessa acqua. <<Se non fosse più che impossibile, giurerei che Madame Taròt sia passata di qui!>> affermò il Novizio sorridendo, <<Ne sarei più contenta, a dire il vero. Purtroppo però sappiamo bene a cosa è dovuto questo olezzo!>>, precisò la guerriera. Guardandosi attorno con più attenzione, Xera scrutò il terreno sul quale era seduta e raccolto un mucchietto, prima lo annusò e infine, disgustata, lo gettò lontano. << È arido, maleodorante, privo di vita e per giunta oscuro>> protestò. Anche l’erba era della stessa tonalità e quasi del tutto secca. 

<<Non c’è acqua pura da queste parti, prima di addentrarci sarà meglio farne una bella scorta>> suggerì il Novizio così Xera, ansiosa di sgranchirsi le gambe, se ne assunse il compito. Non dovette tuttavia camminare a lungo per trovare una fonte pulita dalla quale attingere. <<Che strano>> pensò, <<Non sono molto lontana dal fuoco, eppure qua è tutto normale; com’è possibile?>>. La guerriera osservò l’ambiente con circospezione, ma nessun dettaglio le rivelò la causa della mancata contaminazione, per cui non volendo allontanarsi dal resto del gruppo, fece subito ritorno al falò. 

martedì 10 giugno 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 70)

Dopo che anche Xera poté rivendicare le sue ore di riposo, il gruppo si preparò a ripartire. <<Ti sei deciso finalmente a dirci cosa ci aspetta, una volta giunti a destinazione?>> domandò Xera contrariata ma Reilhan era troppo assorto nei suoi pensieri per prestarle attenzione. Il suo unico cruccio, infatti, fu di controllare costantemente la mappa, sebbene col timore che i suoi dubbi divenissero, presto o tardi, una certezza. Solo quando la distesa erbosa sparì gradualmente per far posto a dei tetri boschi, il Novizio si decise a parlare. <<Adesso ne ho la conferma: la nostra destinazione è proprio la Foresta di Goreha!>>, <<E come intendi procedere a questo punto?>> asserì Elesya preoccupata. Reilhan si voltò verso Sud e incrociando le braccia, spiegò alle sue compagne che dinanzi a loro vi erano due strade. 

<<Se decidessimo di proseguire, sappiate che non avremo a che fare con semplici bestie o divinità magnanime; con Goreha non si scherza! Al contrario non vi biasimerò se invece sceglieste di rinunciare alla ricompensa: le nostre vite valgono ben più di cento monete d’oro>>. Xera ed Elesya si guardarono confuse non riuscendo a comprendere come mai il Novizio avesse cambiato idea così facilmente. <<Non dovevamo svolgere delle missioni più importanti per superare i nostri avversari?>> disse Xera ricordando le parole del curatore ma Reilhan scosse il capo e aggiunse <<Come credi di affrontare un avversario tanto forte senza nemmeno una spada?>>. La guerriera non ribatté, fu invece Elesya a prendere la parola <<Non possiamo sobbarcare Xera del peso di ogni singolo combattimento, ricordi cosa ci siamo detti durante la sua assenza? Prima di decidere inoltre vorrei avere più informazioni in merito, sento che i particolari più importanti non ci sono stati ancora detti>>.
Approfittando di una roccia, Reilhan si sedette e riposta la mappa, invitò le sue amiche a fare lo stesso. Infine scuro in volto, iniziò a narrare loro della fantomatica Goreha.

venerdì 6 giugno 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 69)

I giorni passarono in fretta e per l’instancabile trio, non ci fu un attimo di tregua. Ancora irritato per la sconfitta subita, Reilhan decise di affrontare il suo incarico con maggior rigore, affinché le sue amiche fossero sempre al sicuro. Non avrebbe più concesso, infatti, ai suoi avversari di sopraffarlo in combattimento. Per settimane quindi si concentrò esclusivamente sul portare a termine missioni e addestrare le sue compagne, creando tuttavia un certo malcontento nel gruppo. <<Rei, te ne prego, ho bisogno di riposare! Non ho più memoria dell’ultima volta in cui ho dormito per una notte intera >> disse sconsolata la maga, massaggiandosi i piedi indolenziti. 
<<Non ne abbiamo il tempo!>> lamentò, <<”Siamo troppo indietro rispetto a tutti gli altri”>> recitarono le fanciulle all'unisono

<<Abbiamo capito Rei; non fai altro che ripetere le stesse frasi da giorni, ma ti assicuro, che addormentarsi sul campo di battaglia non ci garantirà la vittoria>> tenne a precisare Xera, anch'essa provata. Il curatore però non volle sentir ragioni, convinto ormai che la causa dei passati fallimenti, fosse da imputarsi al suo carattere fin troppo accondiscendente. <<Avremo tempo per riposare, distanziati i nostri avversari; inoltre poiché le spade di Kowal costano troppo, la nostra unica possibilità di farti avere un’arma, è portare a termine una missione di grado superiore>> spiegò. <<Sappiamo anche questo e ve ne sono grata, ma ripeto che allenarsi senza mai riposare non porterà alcun beneficio>>. Vane tuttavia furono le parole di Xera e dovette presto arrendersi, perché la caparbietà del Novizio era diventata ormai un muro insormontabile. Si trovarono così ad accettare l’ennesima richiesta, che prevedeva un lungo viaggio in direzione Sud. 

Con le monete accumulate, acquistarono cibo e degli abiti di ricambio; rivisti infine i dettagli della missione, si apprestarono a partire. <<Siamo stati fortunati a poterla rivendicare per primi: la ricompensa in monete è davvero alta, per non parlare poi dell’artefatto segreto di cui il vecchio non ci ha voluto rivelare i dettagli>> disse entusiasta il Novizio. <<Già! Non ti è sembrato strano però che raccogliere dei semplici petali, per quanto possano essere pregiati, ci venga così ben pagato?>> replicò Xera perplessa. Anche Elesya si pose la stessa domanda; dopo quanto vissuto dallo sbarco sull'isola, aveva ormai compreso che non ci si doveva fidare di nessuno. <<Ammetto che “cercare fiori” possa sembrare una missione di poco conto, tuttavia credo che se quell’uomo è disposto a ripagarci con cento monete d’oro, chi siamo noi per giudicare? Chissà, forse si tratta di una pianta assai rara che cresce su ripidi pendii>> spiegò cercando di essere il più convincente possibile, sebbene anche lui nutrisse dei dubbi a riguardo. 

martedì 3 giugno 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 68)

Quando tutti i compagni furono finalmente riuniti della stanza del Novizio, Alea non si perse in chiacchiere e prendendo subito la parola, spiegò ai tre amici le sue opinioni in merito al duello precedente. Il primo punto trattato fu la presunta dipartita di Elesya, <<Non ne sono ancora sicura ma penso che la tua morte sia stata solo apparente, in altre parole: quando quel Dereth ha infilzato il tuo cuore come uno spiedino, anziché ucciderti ti ha indotta in un sonno profondo>>. Al che il curatore disse. <<Indubbiamente il tuo modo di esporre i fatti può definirsi più che conciso, sento tuttavia di dover dissentire poiché sono certo che Elesya fosse morta; al contrario, i miei poteri me lo avrebbero rivelato!>>. Alea camminò avanti e dietro per tutto il perimetro della stanza, poi quasi colta di sorpresa, aggiunse. << Credo allora di aver compreso come sono andate le cose: quando il tizio ha colpito Elesya, non le ha ferito il suo corpo bensì la sua anima. È una magia piuttosto complessa e questo spiegherebbe in effetti, come mai i poteri del curatore siano stati ingannati>>, <<Non capisco!>> ribatté perplessa Xera. 

<<Nel momento in cui la nostra anima subisce un trauma, qualunque esso sia, anche il corpo manifesta delle conseguenze e su questo principio alcuni maghi hanno sviluppato i propri poteri. Non tutti, infatti, sanno che interferire con l’anima di un individuo, equivale a ucciderlo o comunque a ferirlo gravemente. La cosa peggiore inoltre è che la comune magia curativa risulta del tutto inutile contro di essa>>. Reilhan, scettico, si sollevò di scatto dal letto riaprendo così le sue ferite. <<Ho visto il sangue di Elesya scorrere tra le mie mani, non credo quindi che quel tizio si sia limitato a ferirle lo spirito>>. Alea obiettò <<Per quel che concerne la ferita, sono ancora in alto mare; a questo punto credo si sia trattato di un inganno, il cui obiettivo era forse quello di deconcentrarvi e quindi rendervi incapaci di affrontare il duello al meglio delle vostre capacità>>.